Fu vera gloria? Il Pescara chiude la regular season con un filotto di 3 successi, 8 reti e 6 pali, diventando la migliore quarta classificata nella griglia dei playoff. Una posizione che darà diritto ad essere testa di serie nell’eventuale primo turno nazionale, conquistata col record di punti in C per il Pescara. Tutto meraviglioso, parrebbe, in realtà l’approccio peggiore agli spareggi sarebbe proprio quello di considerarsi di nuovo tra i favoriti e di pensare di arrivarci in perfetta salute, ignorando i tanti aspetti da perfezionare per reggere l’urto contro squadre più strutturate. Lasciamo stare i “sassolini dalle scarpe” che dice di volersi togliere il presidente biancazzurro Sebastiani, che non manca di fare riferimento pure a noi nelle sue dichiarazioni recenti (dopo aver taciuto quando i risultati e le prestazioni erano mortificanti, ndr) perché ci permettiamo di fare le pulci al bilancio e di essere perplessi sull’aumento di capitale, ci riferiamo soprattutto all’eccessiva euforia che traspare da quanto leggiamo in giro sulle potenzialità del Pescara. Giusto sottolineare la crescita nell’ultimo mese e la ritrovata vena di Merola e Ferraris, lo abbiamo fatto anche noi, però ipotizzare di arrivare ai playoff meglio del Vicenza e del Cerignola o della Ternana stessa perché queste ultime debbono smaltire una delusione per l’obiettivo principale sfuggito in dirittura d’arrivo è follia. Gli organici di queste squadre, ci aggiungiamo Feralpi Salò, Torres e Catania, danno ancora un affidamento superiore e in casa saranno ostacoli durissimi da superare. Inoltre, se vogliamo proprio fare le pulci, il Pescara ha maramaldeggiato in aprile su formazioni che non avevano nulla di straordinario e neppure grandi motivazioni. Unico a dover sgomitare era il derelitto Legnago, desolatamente ultimo e poi effettivamente retrocesso in D, ma poteva ben poco con un organico decisamente modesto e comunque fino all’87° aveva inchiodato sul pareggio Dagasso e compagni. Fossimo negli scomodi panni di Sebastiani e del dg Foggia ci asterremmo dai proclami che vanno facendo, anche perché nel recente passato non hanno poi portato bene. Stesso dicasi per mister Baldini, che ha polemizzato con alcuni tifosi ingrati, a suo giudizio, ma nel suo caso ci sta galvanizzare ambiente e spogliatoio e gli riconosciamo di aver saputo dare una sterzata ad un’inerzia pericolosa che avrebbe potuto compromettere del tutto le flebili ambizioni di promozione. In sintesi, come ci arriva questo Pescara ai playoff, dove ben 28 formazioni (!) si contenderanno l’unico posto al sole disponibile? Meglio, molto meglio di un mese fa sicuramente, con un Merola che ha ritrovato voglia e stimoli ed una difesa che ha ritrovato un “ministro” come Pellacani, la cui lunga assenza aveva pesato parecchio e portato incertezze al reparto. Ci arriva senza grandi infortuni, a parte gli affaticamenti di Letizia e Dagasso e recuperando anche il jolly Lonardi a centrocampo (fermo però da novembre) e con l’azzeramento delle diffide, regolamento alla mano. Però non si può illudersi che sia tornato competitivo ad alto livello, tanto da essere messo sullo stesso piedistallo delle squadre già citate. Si dovrà, anzi, partire a fari spenti, con grande umiltà soprattutto nelle prime uscite, perché la fragilità emotiva di questo gruppo è già stata evidenziata spesso. Di fronte a difficoltà improvvise nel trovare la via del gol e quando parte male, spesso i biancazzurri girano a vuoto e in attacco il Pescara resta la formazione meno attrezzata del lotto. Si dovrà perciò ritrovare del tutto la compattezza che consentì di andare oltre questi limiti fino ad inizio dicembre, quando addirittura si ipotizzava la B diretta e più di qualcuno in società la dava quasi per scontata. No, ci sarà da soffrire e sgomitare, con la tuta da operaio,come sta facendo ad esempio il Pineto che verosimilmente sarà il primo avversario del Pescara, finora sempre battuto nei derby. Per dimostrare che non fu gloria effimera questo inizio di primavera.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 28 aprile 2025 alle 10:51 / Fonte: di Andrea Genito
Autore: Andrea Genito
vedi letture
Print