“Exsurge, Lazarus!”, ossia “Risorgi, Pescara…” Parafrasando un noto passaggio biblico, sembra che il resto del lotto delle candidate ai playoff voglia a tutti i costi dare al malconcio team biancazzurro la possibilità di rimettersi in carreggiata, puntando addirittura al terzo posto di cui solo la famiglia Baldini è sempre apparsa sicura. La Torres frena, giocando pure male, la Vis Pesaro fallisce più volte il sorpasso facendosi pure battere in casa dal Rimini e perfino la Ternana oramai va d’inerzia. Ci sarebbero l’Arezzo e il Pineto, ma se il Pescara facesse il suo si potrebbero facilmente tenere dietro, nonostante siano nettamente più in palla. Appunto, se il Pescara facesse il suo, ma cosa ci si può aspettare da una squadra che si fa schiaffeggiare da tutti, reagendo tardi e spesso male e che soprattutto evidenzia tre grossi problemi nei suoi giocatori. Primo, difetto di autostima, secondo non crede più in quello che fa e che gli propone il suo tecnico e infine in ogni gara pare non avere una strategia, muovendosi a strappi e con logica discutibile. A Sestri, contro una squadra che le ha prese in casa perfino dal Milan Futuro e che non è certo lodata per l’efficacia offensiva, il Pescara è stato preso a pallate e poteva prendere altri 4/5 gol e nel derby col Pineto è parso accontentarsi del pareggio per poi provare, ma proprio se capitava, a creare qualcosa col suo asfittico attacco. Invece ha perso tutti i duelli perfino a centrocampo e si è trovata di fronte una squadra solida e che gioca con leggerezza, avendo ampiamente raggiunto l’obiettivo iniziale della salvezza e gioca da squadra. Preso il gol nel finale, con le puntuali amnesie del reparto dei centrali, non ha poi saputo cosa fare per recuperare. Le testa dei giocatori appare senz’altro altrove, essendo al limite le energie forse per una preparazione atletica carente che puntava a partire forte in campionato. Poca identificazione e senso di appartenenza, visto che per bocca dello stesso presidente Sebastiani molti sono con la valigia in mano, ma anche probabilmente anche poca fiducia oramai in un allenatore come Baldini, che parlava di “sogno”, “magia”, “B sicura”, “a maggio saremo tutti contenti”, etc. per poi non azzeccare una previsione. Il default più clamoroso? Dopo il pareggio interno a dicembre con la Ternana, che lo ricordiamo lasciava il Pescara in testa e campione d’Inverno, il vate sentenziò: “la serie B diretta ce la giocheremo noi e mister Abate”. Credo che in Umbria abbiano fatto allora i debiti scongiuri, ma evidentemente non è bastato: Abate non siede più sulla panchina rossoverde e la B è oramai cosa fatta per l’Entella, che Baldini non ha mai considerato e il Pescara è anni luce dietro. Capita, quando si usano slogan per gasare il proprio ambiente, ma bisognerebbe avere maggiore accortezza, quando si è consapevoli di non avere una corazzata a disposizione. Mettiamoci poi l’incertezza societaria, con le situazioni di cui noi ed altri (non tutti) abbiamo ampiamente discusso ed emerge quindi un po' di scetticismo sulla possibilità da parte del Pescara di approfittare dell’immobilismo delle dirette concorrenti. Mercoledì ci sarebbe il recupero contro l’Arezzo, quindi una fiche importante per blindare almeno il quarto posto, ma ci vorrebbero una serenità ed una consapevolezza che questo gruppo non hanno assolutamente, basta rileggersi le dichiarazioni di Baldini e giocatori dopo il derby ed il nervosismo mostrato nuovamente dal tecnico verso domande comprensibili della pur timida stampa locale.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 07 aprile 2025 alle 12:04 / Fonte: di Andrea Genito
Autore: Andrea Genito
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