A chi interessa ancora come finirà il campionato del Pescara e quanto resisterà nei playoff? A mister Silvio Baldini sicuramente, visto che deve evitare di perdere la faccia, dopo le roboanti dichiarazioni di inizio stagione e la sicurezza con cui ancora parla di serie B come traguardo abbordabile, alla stampa locale che (magari storcendo il naso) fa il suo mestiere e non vuole infierire, probabilmente agli sponsor ed al centinaio di irriducibili che continuano a seguire la squadra in ogni trasferta. “Solo per la maglia”, si affrettano però a specificare. A giudicare da quanto si sente in città e si legge sui post, oramai invece alla maggior parte dei tifosi questo campionato è già andato di traverso e non vede l’ora che finisca, non aspettandosi nulla ma proprio nulla da un gruppo oramai allo sbando. Ma l’aspetto tecnico, checché ne continui stucchevolmente a discutere la stampa di cui sopra, non è neppure il reale motivo di questa rassegnazione. Nessuno crede più ad una società che sembra divertirsi a collezionare brutte figure mediatiche e a non onorare alcuno dei suoi impegni. La settimana precedente la gara contro l’Arezzo, poi rinviata per il maltempo al 9 aprile, è stata contrassegnata da pessime notizie per chi ancora contava sull’affidabilità della Pescara calcio. Noi lo avevamo anticipato e scritto, in tempi non sospetti, ricevendo smentite quasi infastidite dalla dirigenza biancazzurra che invece rilanciava obiettivi e garantiva il rispetto delle scadenze di bilancio. Invece l’urgentissimo aumento di capitale è stato rinviato (per la terza volta) sine die e con questo anche il rimborso dei bond ai sottoscrittori, già slittato dal 2023. Ricordate l’assoluta certezza con cui il presidente Daniele Sebastiani assicurava che il prestito sarebbe stato onorato entro fine marzo al massimo? Scherzava, ovviamente, ora parla di un ulteriore rinvio. Non solo, propone ai poveri e ingenui sottoscrittori di diventare azionisti della Pescara calcio. Si, avete compreso bene: non ti rimborso e trasformo il tuo credito in azioni di una società, fortemente indebitata tra l’altro. Si può fare? Nella finanza no, a meno che le obbligazioni non siano ex ante dichiarate “convertibili” e anticipato il criterio di trasformazione in azioni o opzioni. Ma la Pescara calcio è una cosa a parte, qui tutto si può e la società, tra l’altro, ha il paracadute perché l’emittente a suo tempo fu una società di diritto inglese, riconducibile alla Pescara calcio, ma comunque esterna. In pratica una class action durerebbe anni e rischierebbe di regalare ulteriori amarezze e costi a chi, a suo tempo, credette nel progetto di investire per i progetti della propria squadra del cuore. Non è finita, sempre la scorsa settimana dopo oltre 30 anni la società che gestisce gli steward ed i controlli allo stadio Adriatico ha rescisso il contratto con la Pescara calcio, riservandosi il ricorso alle vie legali. Manca una dichiarazione ufficiale, ma una uscita così plateale e improvvisa pare avvalorare le tesi di presunte inadempienze economiche. Che le casse della società biancazzurra fossero asfittiche lo si sapeva, ma adesso c’è più di un indizio che forse non avevamo tutti i torti a non vedere un futuro luminoso. Il rinvio della gara di sabato scorso (che per molti si sarebbe tranquillamente potuta giocare, magari a porte chiuse) è stato tra l’altro provvidenziale, perché lo stadio sarebbe stato privo di un servizio obbligatorio, che va reperito in fretta e possibilmente non con vaghe promesse di pagamento. Insomma, il clima è tutt’altro che sereno e ci sarebbe voluto ben altro per preparare il derby col Pineto di venerdì prossimo ed un pronto riscatto dopo la penosa figuraccia contro il Sestri Levante. Le possibilità di risultare la migliore terza, sbandierate con sicumera da Baldini junior, sono pressoché nulle e non solo perché la Feralpi Salò ha accelerato nel girone A. Questo Pescara che stenta a creare gioco ed occasioni, che ha la difesa rabberciata per le defezioni di Pellacani e Lancini e in evidente crisi di identità non sembra far paura a nessuno e sembra più concreta la possibilità di scivolare al sesto o settimo posto, piuttosto che poter giocare i playoff da protagonista, come sognavano i tifosi e come ostentava il tecnico toscano. Ma questo, lo ripetiamo, oramai non importa quasi a nessuno.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 31 marzo 2025 alle 13:32
Autore: Andrea Genito
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