Non servono analisi troppo complesse per capire dove sta andando il Pescara. Basta uno sguardo sugli spalti dell’Adriatico. Contro l’Arezzo erano appena 2.820 gli spettatori presenti: è il dato più basso dell’intera stagione, un nuovo minimo che fotografa meglio di qualsiasi classifica il distacco tra squadra e tifosi.

Certo, si giocava di mercoledì alle 18, orario infelice per molti. Ma l’alibi del turno infrasettimanale regge fino a un certo punto. La verità è che la gente si sta stancando. O, peggio, si è già stancata. Il legame tra città e squadra si sta sgretolando, schiacciato da risultati deludenti e da una sensazione di immobilismo che dura da troppo.

Il precedente record negativo di pubblico risaliva al 7 marzo, quando per la prima volta nel campionato 2024-25 l’affluenza era scesa sotto quota 3.000 (2.875 spettatori). Ieri si è fatto ancora peggio. Numeri che non sorprendono, ma fanno comunque rumore.

Sul campo, intanto, è arrivata la terza sconfitta consecutiva. Un’altra prestazione spenta, un altro finale amaro. E un’altra occasione persa per rialzarsi. Il pubblico lo percepisce e risponde col silenzio. O, in alcuni casi, con fischi e contestazioni.

Da settimane l’Adriatico ha perso la sua voce. L’atmosfera è surreale, quasi apatica. I cori si sono spenti, l’entusiasmo pure. E senza pubblico, anche il campo sembra più grande, più freddo. Una cornice spenta attorno a una squadra che non riesce più a convincere né a coinvolgere.

Resta da capire se questo distacco sia momentaneo o ormai strutturale. Di certo, se il Pescara vuole tornare a essere seguito, rispettato e spinto dal suo popolo, non basteranno più le parole. Servono i risultati. E servono in fretta.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 10 aprile 2025 alle 16:00
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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