Baldini ha già lavorato in piazze calde e complicate e di certo non ha paura delle sfide. «Sono partito a Palermo contro il Picerno con 3.700 paganti, poi le altre partite tutte sold out. Dipende solo da noi», ha detto con il piglio sicuro che gli riconoscono tutti. La chiave? Il bel calcio, che a Pescara da Catuzzi a Zeman, passando per Galeone, Oddo e altri, è una sorta di dogma imprescindibile. «Zeman e Galeone? Sono maestri, non scherziamo. Io non c'entro nulla con loro. Speriamo di rivivere altri sogni. Inutile dire cose di facciata, qui bisogna iniziare a lavorare per inseguire un sogno che deve arrivare attraverso il gioco. Questa è una piazza che ha nel Dna non la vittoria ma il come si arriva alla vittoria. Questo è un posto magico dove succedono cose magiche. Gasperini mi ha raccontato di quel capolavoro con Galeone», dice riferendosi alla stagione 1986-87, «con la squadra che fu ripescata in B e senza campo di allenamento. Si mise a zona e il Pescara diventò una principessa». Il resto è storia. «Io credo nei sogni, e credo che Pescara faccia parte del mio destino».

Sezione: News / Data: Lun 15 luglio 2024 alle 13:00 / Fonte: Messaggero
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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