Non è una fuga, perché quattro punti sono un vantaggio effimero e perché nessuna squadra ha mai centrato la promozione ad ottobre, però un segnale al campionato il Pescara lo ha dato anche nel convulso finale contro il Pontedera. In casa soffre, perché non ha un robusto centravanti che finalizza il suo volume di gioco e perché gli avversari con altri obiettivi non lasciano gli spazi che trova con facilità in trasferta, specie quelli organizzati come i toscani dell’esperto Menichini. Certamente fatica a costruire palle gol nitide, non chiude le gare quando potrebbe, ma è comunque sempre sul pezzo e non molla mai. Come col Carpi e la Pianese rischia la beffa, ma poi riparte a testa bassa e, grazie ancora ai cambi azzeccati di Baldini, cerca e trova l’estasi negli ultimi minuti, gettando il cuore oltre l’ostacolo. Ben tredici corner (contro due) accumulati sentenziano una continua ricerca dell’area di rigore: il nuovo sorpasso col Pontedera è maturato proprio sull’ultimo angolo rimediato dal neoentrato Ferraris, a recupero quasi scaduto. Non può più essere caso o fortuna, così anche per gli addetti ai lavori il Pescara non è una semplice ed occasionale comparsa in vetta e, se citiamo i gol in zona Cesarini il pareggio della Torres ad inizio campionato arrivò al 97° altrimenti ora il vantaggio in classifica sui sardi, secondi da soli, sarebbe veramente siderale. “Il calcio è bello perché regala queste emozioni. La mia gioia più grande non è la vittoria o la testa della classifica, ma vedere i miei giocatori, anche quelli in panchina, precipitarsi in campo ed abbracciarsi dopo il gol di De Marco, un ragazzino che subentra ogni volta con una carica incredibile anche a dieci minuti dalla fine. Questo è un gruppo, signori!” Parole e musica di Silvio Baldini, che tanto ricordano quelle del primo Zeman all’Adriatico, che seppe plasmare e motivare un manipolo di sconosciuti, convincendoli che erano invincibili.  Il pubblico lo ha capito e sta tornando sugli spalti, a compattarsi come allora, dopo la frustrazione delle ultime stagioni e la contestazione alla dirigenza. Seimila presenze non sono il record stagionale, ma considerato il turno infrasettimanale è un segnale anche questo, significa che anche l’ambiente ci sta credendo al sogno di Baldini. Pochi cori contro il presidente Sebastiani, impegnato a vendere la società ad un fondo finanziario (si vocifera che si può chiudere a novembre, dopo il rimborso dei bond emessi 5 anni fa per ricapitalizzare), un lungo tributo allo scomparso presidente onorario Marinelli, allo stesso Zeman, ma soprattutto un tifo incessante che ha trascinato la squadra all’assalto finale. “Vada come vada”, recitava uno striscione sugli spalti: amore incondizionato e fiducia nelle potenzialità di un gruppo che non finisce più di stupire.

Sezione: Copertina / Data: Gio 31 ottobre 2024 alle 08:30 / Fonte: di Andrea Genito
Autore: Andrea Genito
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