Una squadra da metà classifica, fatta passare per una corazzata inarrestabile. Così è stato dipinto il Pescara finora. La realtà, però, è sotto gli occhi di tutti, e nessuna polemica può nascondere la verità a una piazza che conosce bene la situazione.

La chiusura del girone d’andata in testa alla classifica ha alimentato aspettative forse eccessive, facendo sognare ciò che, con uno sforzo in più, poteva diventare realtà. Ma la verità è che questa squadra, con un altro allenatore, oggi si troverebbe tra la decima e la dodicesima posizione. A fare la differenza è stato Silvio Baldini, capace di ridare entusiasmo con parole semplici e genuine, parlando di magia e cuore.

Per lui, il calcio non è solo tattica, è soprattutto emozione. Ed è con questa filosofia che ha dato un’anima a un gruppo che, senza di lui, sarebbe scivolato nell’anonimato.

Ma c’è un’altra verità impossibile da ignorare: il Pescara ha pagato a caro prezzo le difficoltà economiche e la totale mancanza di visione della gestione Sebastiani. L’assenza di un attaccante di livello ha compromesso il cammino della squadra. Sarebbe bastato poco per trasformare un sogno in realtà, ma quel poco non è mai arrivato.

Ora, dare la colpa all’allenatore sarebbe un errore imperdonabile. Certo, tutto è migliorabile, e si può discutere sulle scelte tattiche, ma su Baldini come uomo non si può dire nulla. Dietro il carattere burbero e i toni ruvidi si nasconde un’anima generosa. Ed è lui, più di ogni altro, l’unico vero punto di riferimento di questo Pescara smarrito.

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 05 marzo 2025 alle 17:30
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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